Il diretto Destro

JAB, JAB, schivo,esco ..rientro ..e bam! Quante volte è capitato di vedere incontri risolti in questo modo, magari con un destro d’incontro sul volto che stordisce l‘avversario e lo manda al tappeto.

Il diretto destro, considerando sempre un destrimane in guardia sinistra, è il colpo più potente che un pugile possa esplodere durante il suo match. Non è una considerazione puramente teorica, ma analizzando bene il movimento e segmentando le fasi del gesto capiremo il motivo di questa potenza.

La prima cosa che balza agli occhi è lo spostamento maggiore della spalla destra (rispetto alla sinistra nel jab), quindi, a parità di impulso nervoso percorrendo una spazio maggiore il colpo accumula una quantità più elevata di energia cinetica.

Questa energia nasce nelle gambe  e viene trasferita attraverso la rotazione del bacino (e i muscoli del CORE) direttamente alla spalla per poi liberarsi nell’impatto col l’avversario attraverso l’estensione del braccio e avambraccio. La somma delle velocità relative darà vita all’accelerazione e quindi determinerà la forza totale del pugno, per un principio fisico molto semplice che conosciamo:

Forza(F) = Massa(M) x Accelerazione(A)

Ora vediamo la tecnica di esecuzione del diretto destro: la posizione di partenza è sempre quella di guardia. La gamba destra indietro poggia sull’avampiede con il tallone leggermente sollevato, i muscoli estensori  si trovano, pertanto, in uno stato di pre-attivazione, successivamente si compie una leggera rotazione in senso antiorario dell’anca destra e di conseguenza del bacino che comporterà anche un movimento di torsione del tronco sempre in senso antiorario.

A questo punto siamo pronti ad esplodere il diretto destro, stando ben attenti a non proiettare troppo avanti la spalla destra. Nel movimento di torsione del tronco qualora i muscoli del core addominale non fossero ben allenati o peggio ancora non attivati, si andrebbe incontro ad una flessione in avanti del busto con conseguente perdita di equilibrio ed una difficoltà evidente nel ritornare nella posizione di difesa (il classico colpo a “vuoto”).

L’ultima parte del movimento è l’estensione veloce del braccio, la velocità di compimento di tale gesto va a sommarsi alle altre velocità (anca, bacino,busto) determinando così la potenza finale del colpo.

In ultima analisi spesso mi sento chiedere se per tirare un diretto destro è necessario ruotare o meno il tallone del piede destro.  In tutta onestà io consiglio ai miei allievi neofiti di eseguire questo gesto per una questione di equilibrio e gestione del baricentro. Chi possiede un buon bilanciamento ed equilibrio durante gli spostamenti sul ring si troverà sempre in una posizione corretta per poter esprimere al meglio il gesto tecnico, indipendentemente dalla rotazione o meno del tallone.

Giancarlo

 

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