La fase preparatoria: IL RISCALDAMENTO

Il riscaldamento è quella procedura necessaria a preparare un determinato soggetto all’attività fisica o competizione.

Nella pratica sportiva dovrebbe essere sempre contemplato per il fatto che un buon riscaldamento ottimizza il rendimento fisico e previene gli infortuni.L’aumento della temperatura e l’implemento dell’afflusso sanguigno garantiscono infatti una maggiore efficienza a livello sistemico, ovvero:

  • aumento della capacità contrattile dei muscoli;
  • miglioramento della reattività muscolare e quindi maggior capacità di generare forza;
  • maggiore apporto di ossigeno, dovuto sia al maggior afflusso sanguigno, ma anche dall’aumento della temperatura che favorisce il rilascio di quest’ultimo dall’emoglobina.

Per una corretta preparazione all’imminente sforzo possiamo dividere il riscaldamento in due fasi :

  • riscaldamento generale: consiste in 5/ 10 minuti di attività blanda, come la corsa. Lo scopo è quello di creare adattamenti generali che preparino il corpo ad un successivo impiego motorio;
  • riscaldamento specifico: consiste in 10/12 minuti di mobilità articolare ed esercizi specifici ad intensità maggiore, che vadano a simulare i gesti dell’attività o della competizione vera e propria.

Un buon riscaldamento procede sempre in modo graduale e deve adattarsi all’attività specifica, al livello del soggetto e alle circostanze ambientali, senza causare in alcun modo affaticamento e consumo delle scorte energetiche.

Stretching e riscaldamento:

Una diffusissima concezione, è quella che lo stretching, svolto prima dell’allenamento o prima di una gara, abbia influenze positive sulla prestazione e sulla prevenzione dagli infortuni. Occorre fare un po’ di chiarezza a riguardo, anche per il fatto che esistono differenti tipi di attività e differenti tipologie di stretching.

Per esempio lo stretching statico, ottimo per aumentare la flessibilità articolare, può essere utile in sport come la ginnastica, dove c’è una grande richiesta di allungamenti muscolari a range di movimento elevati. Tuttavia questo tipo di stretching, se effettuato prima dell’attività fisica, presenta una diminuzione della capacità contrattile del muscolo, diventando dannoso fini prestativi  in sport che richiedono ampio o rapido reclutamento di fibre muscolari, come ad esempio sport di potenza o velocità. Inoltre potrebbe portare ad un abbassamento della temperatura corporea, andando conto ad uno dei principi del riscaldamento.

Un’altra applicazione su larga scala nel pre-allenamento è costituita dallo stretching balistico, assolutamente inutile a fini prestativi e ad alto rischio di infortunio, soprattutto nei casi di strutture muscolari soggette a volumi o intensità di lavoro elevate o a traumi passati.

Per quanto ci viene offerto dalla letteratura scientifica di settore, la soluzione più adeguata sembrerebbe essere quella dello stretching dinamico, che tuttavia rientra in quelli che vengono chiamati esercizi di mobilità. L’esecuzione di slanci meno intensi rispetto allo stretching balistico e ROM più ridotti, comporta un rischio decisamente ridotto di infortuni ed un graduale reclutamento muscolare, in modo funzionale all’imminente attività.

In conclusione lo stretching, deve essere considerato un vero e proprio allenamento  e quindi da utilizzarsi più o meno, in relazione alla tipologia di attività da svolgersi.

Roberto

 

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