Il fine di questo articolo non è vendere un prodotto, fare pubblicità o banalmente “portare l’acqua al proprio mulino”, ma quello di fare chiarezza su una figura che oggi sta aumentando la propria diffusione ma su cui ancora circola una certa disinformazione.
Lo stile di vita nella società occidentale, comporta una marcata sedentarietà che associata ad una cattiva educazione alimentare ha determinato l’aumento di patologie che spaziano dall’obesità alle problematiche cardiovascolari e posturali. Lo stato di forma dell’uomo medio è decisamente al di sotto degli standard minimi di una condizione fisica di reale benessere, basti pensare che in molti casi schemi motori come lo stare in piedi, il sedersi o il correre vengono compiuti in modo errato.
Al giorno d’oggi si spende molto denaro per curare i risultati delle nostre cattive abitudini, non rendendosi conto che la prevenzione rappresenta la vera cura e il vero miglioramento della nostra qualità di vita.
Se pensiamo al personal trainer come qualcuno da affittare e con cui poter fare due chiacchiere durante l’allenamento, allora sicuramente si tratterà di un capriccio, ma questa figura è tutt’altro; è un vero e proprio insegnante, ovvero qualcuno in grado di dare indicazioni su come raggiungere un dato obiettivo di forma.
Ma perché dovrei pagare qualcuno quando potrei benissimo avere una consulenza gratuita dal classico istruttore di sala che normalmente fa le schede?
Ognuno di noi è dotato di una diversa struttura, di una sua storia, di traumi, di abitudini quotidiane, come si può pensare che un programma standardizzato vada bene per tutti? Potrebbe non solo risultare inefficace, ma in taluni casi anche arrecare danni. Sarebbe esattamente come pensare che per scalare una montagna, un sentiero valga l’altro, a maggior ragione considerando il fatto che non sappiamo quale cima dobbiamo scalare. Gli obiettivi possono essere infatti i più diversi.
Fissato un programma specifico, razionale e non casuale col trascorrere del tempo, il personal trainer ha la possibilità di capire il modo in cui reagiamo agli stimoli che ci vengono dati e di conseguenza di adattare l’allenamento in modo da riuscire a lavorare sugli anelli deboli e garantire una costante efficienza al nostro percorso di miglioramento.
A questo punto però, appurato di che morte uno debba morire, perchè non continuare da soli? L’apprendimento corretto di tali capacità, anche se può sembrare esagerato, necessita di tempo e la supervisione di una figura competente permette di avere un focus su particolari dei quali non siamo in grado di accorgerci.
Ora è più chiaro che questa figura che spesso appare come un capriccio da ricchi se vista più da vicino e con occhio più attento assume certamente unì importanza diversa, quasi fondamentale per il raggiungimento dei propri obbiettivi.
Roberto