I sistemi energetici : dove la prendo tutta questa energia?

Colpire, muoversi, correre, schivare…sono tutte attività che necessitano di molta energia, ma come viene prodotta dal nostro corpo??? Che cosa sono i sistemi energetici (SE)???

Per SE si intende il meccanismo mediante il quale viene prodotta ATP  (Adenosin -Tri Fosfato), la nostra moneta energetica, attraverso un processo ( idrolisi) che necessita di acqua e di un enzima (ATPasi).
Questa scissione genera, oltre appunto all’energia, una molecola di adenosina difosfato (ADP), una molecola libera di fosfato (P) e H+ uno ione idrogeno (ricordatevi bene H+ vi servirà più avanti).
I sistemi energetici sono tre (anaerobico alattacido, anaerobico lattacido ed aerobico), ed hanno diverse caratteristiche di Potenza (quantità di energia prodotta nell’unità di tempo misurata in Kcal/min) e Capacità (la quantità totale di energia che il sistema può produrre).

METABOLISMO ANAEROBICO ALATTACIDO:

Vengono utilizzate le riserve,  immagazzinate direttamente nel muscolo.  di ATP e di Creatinfosfato (CP).
Per risintetizzare ATP, viene utilizzata dall’ADP  l’energia prodotta dalla scissione del CP.
In questo caso non è necessaria la presenza di ossigeno (anaerobico) e non viene prodotto acido lattico (alattacido).
Questo sistema presenta una potenza molto elevata ma una scarsissima capacità, per cui è utilizzato per in attività brevi e molto intense (es. 100mt, Weightlifting etc…)

METABOLISMO ANAEROBICO LATTACIDO:

Il carburante di questo sistema energetico sono i carboidrati presenti sotto forma di glucosio nel sangue e di glucosio derivato da processi di glicogeno lisi (dal glicogeno epatico e muscolare).

Senza entrare nei dettagli dei processi biochimici che portano alla produzione di ATP, quello che ci interessa sapere è che all’interno del muscolo si ha la formazione di piruvato che, in assenza di ossigeno, viene trasformato in acido lattico (o lattato). Erroneamente si pensa che esso sia  il responsabile della sensazione di bruciore che si avverte quando lo sforzo è prolungato, in realtà è l’accumulo degli ioni di idrogeno H+ (vi ricordate ?) che determina un abbassamento del ph cellulare (rendendo l’ambiente più acido)  inibendo così  il rilascio di ioni di calcio e di fatto  non permettendo più la contrazione muscolare.
Un altro errore legato all’acido lattico è quello di ritenerlo  responsabile dei dolori muscolari (DOMS) presenti nei giorni successivi all’allenamento.

Le caratteristiche di capacità e potenza di questo sistema energetico sono intermedie, per questo risulta importante nelle attività di durata breve e media ad intensità media-elevata, tipici di alcuni  sport da combattimento.

METABOLISMO AEROBICO :

Il metabolismo aerobico ha un’alta capacità  ma una bassa potenza, quindi produce energia molto più lentamente.
Il carburante di questo sistema energetico è rappresentato dai carboidrati (in questo caso il glicogeno muscolare ed epatico) e dagli acidi grassi (per idrolisi dei triglicerici) e necessita di ossigeno.
Quest’ultimo viene introdotto tramite la respirazione e convogliato nel sangue dove, per merito dell’emoglobina finisce trasportato nei muscoli per la sintesi di ATP. Chi soffre di anemia (riduzione patologica dell’emoglobina) vedrà ridotta questa capacità di trasportare ossigeno compromettendo di fatto la prestazione.
Con questo sistema energetico è possibile trasformare il piruvato (prima che diventi acido lattico), in acetil-CoA  una molecola fondamentale per il ciclo di Krebs responsabile della formazione di ATP.
Detto questo ragionando un po’ è facile capire che un metabolismo aerobico efficiente permettere uno smaltimento maggiore del piruvato e quindi di posticipare l’accumulo eccessivo di acido lattico permettendo di mantenere più a lungo la prestazione sportiva.

Un buon pugile, con un sistema aerobico ben allenato, nel minuto di pausa tra i round, sarà in grado di recuperare e ripristinare al meglio le proprie energie ecco perché è fondamentale inserire nella programmazione  allenamenti aerobici (di capacità e sopratutto di  potenza) nelle sessioni di lavoro.

Giancarlo

 

 

 

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