EPOC: da dove viene il fiatone dopo l’allenamento intenso ?

fiatone epoc rocky III

Quante volte siete andati a correre, dopo un periodo di inattività, e per i primi minuti avete avuto la sensazione di non riuscire ad andare avanti, fino al momento in cui sentite “rompere il fiato”.
Tecnicamente non avete rotto nulla, avete solo raggiunto uno stato stazionario, dove il vostro consumo di ossigeno (VO2max) è pari alla richiesta di consumo dei vostri muscoli.

Il vostro organismo, per iniziare l’attività, ha chiesto temporaneamente al sistema anaerobico di produrre energia, fino a quando nel giro di pochi minuti l’intervento del sistema aerobico si è messo in funzione per produrre  ATP (moneta energetica).

Questa contributo non è affatto gratis, per smaltire le scorie generate dalla produzione di energia il sistema anaerobico (lattacido e alattacido) ha contratto un debito di ossigeno.

Maggiore è l’intensità di lavoro, maggiore è il valore del debito di ossigeno, soprattutto nei soggetti non allenati.

Ecco spiegato il motivo del fiatone (iperventilazione) al termine di un’attività fisica intensa, il corpo continua a richiedere ossigeno ad un tasso superiore rispetto ai valori di base (quei valori di quando siete belli comodi sul divano) per pagare il debito contratto e ristabilire il proprio equilibrio (omeostasi).

Questo fenomeno è detto EPOC che è l’acronimo di Excess Postexercise Oxygen Consumption, tradotto in “consumo di ossigeno in eccesso al termine della sessione di allenamento”.

Quanto dura ??? Il recupero dipende da quanto siete allenati e dalla capacità del vostro organismo di ripristinare il sistema anaerobico: deve ri-fosforilare la creatina e trasformare il piruvato in glucosio.

Secondo alcuni studi può essere d’aiuto continuare l’attività ad un’intensità bassa (corsetta lenta, camminata) invece di interrompere bruscamente e stare fermi o seduti.

Nel pugilato è possibile sfruttare l’EPOC attraverso allenamenti basati sul metodo HIIT (High Intensity Interval Training ) studiati sull’alternanza tra lavoro ad alta e bassa intensità, attraverso la variazione della frequenza cardiaca tramite un passaggio continuo da frequenze moderate a frequenze elevate e viceversa durante l’esecuzioni di esercizi a carattere specifico (colpitori, sacco etc..) o aspecifico (circuit training etc..).

 

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