Ognuno di noi, ogni giorno, si trova a combattere infinite battaglie… battaglie grandi e piccole, importanti o meno: ogni scelta che compiamo è il risultato di un conflitto interiore. Il ring del pugilato è una metafora della vita: quando si è sul quadrato il pensiero deve correre velocemente per prendere la decisione giusta, che sia una schivata o un attacco all’avversario. Ecco perché le posizioni del guerriero sono molto utili sia a chi pratica yoga, sia a chi ama allenarsi in una palestra di boxe.
Generalizzando si può dire che le tre posizioni del guerriero, Virabhadrasana, migliorano sia la resistenza fisica che quella mentale, dando una profonda centratura grazie alla concentrazione necessaria per mantenere la posizione in equilibrio. La mente, magari agitata, diviene calma e serena, si ferma un istante (o due :-P) grazie allo sforzo che tutto il corpo compie, migliorando coordinazione ed equilibrio.
Ma come nasce la posizione del guerriero? Vira Bhadra fu un potete eroe, espressione di forza, potenza e rabbia. L’eroe nacque da un gesto dovuto alla rabbia del dio Shiva, che gettò nel Gange un capello dopo esserselo strappato. Il guerriero venne creato per dichiarare guerra al re delle montagne, che non aveva invitato il dio a una festa. La leggenda narra che Parvati, resasi conto della parentela, svelò a Vira Bhadra di essere sua madre e lui, infuriato, tentò di distruggere Shiva. La sua compagna, preoccupata per le sorti del mondo, lo polverizzò.
Leggenda a parte, quando si esegue una qualsiasi delle posizioni del guerriero ci si rende immediatamente conto delle potenzialità del nostro corpo: fermi, concentrati per mantenere l’equilibrio, si sente il fuoco che arde al nostro interno, i muscoli sono pronti a partire, la mente è attenta e focalizzata sull’obiettivo… perché non eseguirla proprio come riscaldamento prima di salire sul ring?
Vediamo, allora, come si esegue Virabhadrasana I: in piedi, nella posizione della montagna, con una espirazione e un lungo passo si porta una gamba indietro, tenendo il bacino allineato (se avete un tappetino il bacino rimarrà allineato al lato corto del tappetino) e con le punte dei piedi che puntano seguendo la direzione dello sguardo.
A questo punto, inspirando, le mani si alzano e si allungano verso il cielo, con le dita delle mani bene aperte oppure unendo i palmi e intrecciando i pollici.
La potenza si esprime attraverso le gambe: il ginocchio della gamba davanti si flette formando un angolo di novanta gradi, la tibia è perpendicolare a terra e la coscia parallela al pavimento. La gamba posteriore rimane ben distesa e con i muscoli pronti a scattare.
Le spalle sono bene aperte, allargando la cassa toracica e lasciando ai polmoni ampio spazio per la respirazione; le braccia possono, con un inspiro, essere portate leggermente indietro, inarcando leggermente la colonna vertebrale. Ovviamente il peso non deve gravare eccessivamente sulle vertebre ed è bene quindi eseguire questa posizione accompagnati da qualcuno che possa correggere una postura scorretta.
Ora non resta che rimanere qualche respiro in posizione e ripetere le’esecuzione invertendo la posizione delle gambe!
Pronti ad affrontare la giornata (o il ring?)
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