Adho Mukha Svanasana: la posizione del cane a testa in giù

Nello yoga la maggior parte delle posizioni, o asana, prende il nome dal mondo naturale… a partire da elementi enormi, come la montagna, fino ad arrivare agli animali! E così ecco a voi sua signoria il cane a testa in giù Adho Mukha Svanasana
Probabilmente non esiste lezione di yoga che non abbia almeno un cagnolino scondinzolante nella sequenza programmata… spesso e volentieri accompagnato dal suo eterno nemico-amico gatto 🙂
Ma perché si esegue così spesso questa posizione?!
Partiamo dai benefici, sicuramente uno dei punti a favore di questa bellissima asana:
1) allunga tutta la fascia posteriore: questo significa che dai piedi alla testa tutti i muscoli e la membrana che li avvolge hanno un benefico allungamento e rilassamento
2) rafforza braccia e gambe, spesso poco utilizzate con il ritmo di vita sedentario, e allevia lo stress accumulato dal corpo nella “posizione seduta da ufficio”, poco naturale in realtà per il nostro fisico
3) ultimo, ma non per importanza (anzi!) dona energia a tutto il corpo, diminuendo i livello di stress e rilassando il cervello
Ecco quindi 3 buonissimi motivi per introdurre nella vostra pratica la posizione del cane a testa in giù!
Come praticarla?
Beh… facciamo un bel respiro e… pratichiamo insieme!
Le posizioni di partenza sono generalmente due: nelle pratiche più dinamiche, così come nel saluto al sole, si passa dalla posizione dell’asse alla posizione del cane. Nelle pratiche più lente, invece, Adho Mukha Svanasana è spesso eseguita a partire dalla posizione del gatto, vediamo come! Ginocchia ben allineate sotto le anche e polsi leggermente più avanti delle spalle, espirando si sollevano le ginocchia dal pavimento.
I piedi saranno leggermente divaricati e possiamo ruotare un pochino le gambe in modo che i talloni si aprano un pochino verso l’esterno.
Con il prossimo inspiro creiamo espansione nel nostro corpo: le gambe si distendono, le mani bene aperte spingono sul pavimento allontanando le spalle, che si aprono! Ecco… siamo già nella posizione del cane!
A ogni inspiro sentiamo il corpo che si apre un pochino di più, le tensioni che si lasciano andare, il coccige attratto dal soffitto; a ogni espiro, invece, tutto il nostro corpo si ammorbidisce!
Bello? Ma non è tutto qui! Possiamo fare delle varianti di questa posizione che ammorbidiranno ancora di più il nostro corpo.
Come se volessimo scalare una montagna da questa posizione, possiamo alzare prima un tallone e poi l’altro, come se stessimo camminando… un ginocchio si ammorbidisce, l’altra gamba rimane distesa… non è stupenda la sensazione di morbidezza che si crea nel bacino?
Torniamo di nuovo nella classica posizione del cane e… intensifichiamola un pochino! Al prossimo espiro, ammorbidiamo tutto il corpo e proviamo ad alzare una gamba… come quando… beh, abbiamo capito! 😉
La gamba alzata può rimanere parallela al pavimento oppure il piede può spingersi sempre più su, a cercare il soffitto! L’importante è che il bacino rimanga ben allineato al pavimento perché in questa posizione non stiamo cercando la sua apertura!
Accorgimenti: le dita delle mani devono rimanere sempre bene aperte, le braccia devono rimanere sempre vicine alle orecchie. Come tutte le asana può non essere indicata in caso di particolari problemi, uno di questi è la sindrome da tunnel carpale.
Piaciuto? Ripetiamo anche sull’altra gamba e adesso ci meritiamo un po’ di riposo in balasana!

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