Skandasana: la posizione del dio della guerra

Il nome Skandasana ha le sue origini in una divinità induista, il dio della guerra. Skanda viene rappresentato nella tradizione in diverse pose ed è per questa ragione che esistono diverse asana con questo nome.
Iyengar, ad esempio, nel suo “Light on Yoga” , indica come Skandasana una posizione in cui un piede passa dietro la testa nel piegamento in avanti da seduti, Paschimottanasana.
Quella che vedremo qui però è l’affondo basso, una posizione yoga molto bella e semplice, adatta a tutti! Certo, magari all’inizio i nostri muscoli potranno opporre un pochino di resistenza, ma in sè l’asana non è complessa e anzi ha numerosi benefici se pratica dopo un adeguato riscaldamento di tutto il corpo. Il bacino e le anche hanno una profonda apertura, l’equilibrio fisico migliora e con lui anche la nostra forza e la nostra centratura.
Se eseguiamo Skandasana nella variante con un braccio verso il cielo, anche il nostro respiro trarrà numerosi benefici: l’apertura della cassa toracica permette infatti un inspiro più profondo, che porterà tanto ossigeno a tutto il nostro corpo!
Allora… Come entrare in questa magnifica asana?
Iniziamo con le gambe ben divaricate, le punte dei piedi rivolte leggermente verso l’esterno. Con il prossimo espiro ci pieghiamo sul ginocchio sinistro: il nostro corpo sa cosa fare e il piede destro ruoterà leggermente portando la punta verso il cielo. Qualcuno riuscirà a mantenere il tallone sinistro a terra, qualcuno avrà bisogno di un po’ di pratica in più per portare tutta la pianta del piede a contatto con il tappetino… non abbiate fretta! Lo yoga non è fare le asana come si vedono nelle immagini, ma farlo come il nostro corpo ha bisogno! 🙂
Ora le possibilità sono molte… per rendere meno intensa la posizione il busto può rimanere allineato con il bacino, al centro delle gambe, e le mani appoggiate a terra.
Quando avremo preso confidenza con questa posizione yoga, potremo aggiungere delle varianti per le braccia. Una delle mie preferite è quella con l’apertura del torace: il braccio corrispondente alla gamba tesa si alza verso il cielo, come se fosse una freccia pronta a scoccare, mentre la mano corrispondente al ginocchio piegato si appoggia al cuore… proprio come se fossimo un arciere che sta aspettando il momento giusto per lanciare la sua freccia!
Ovviamente anche la versione dinamica, una volta che il nostro corpo ha familiarizzato con questo affondo basso, è molto piacevole da praticare… si passa da una gamba all’altra, combinando l’espiro alla transizione da un lato all’altro e l’inspiro con l’estensione delle braccia e del busto.
Accorgimenti:  se ci sono problemi alle ginocchia o alle caviglie, meglio non praticare Skandasana per non sovraccaricare le articolazioni.
Pronti?

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